Il nostro autore evidenzia una sorta di doppia personalità sia artistica che “morale”, che si traduce in due filoni ben distinti, una sorta di “diavolo e acqua santa” quasi letterale …
Abbiamo il Viotto che, con segno delicato e sensibile, diremo quasi con devozione, “cataloga” piloni, chiese e vedute di campagne. La tecnica è quasi sempre un bell’inchiostro con lumeggiature misurate ed efficaci.
All’opposto il “demone Viotto” aggredisce lo spettatore con immagini surreali forti, contorno alle, preferiamo chiamarle così, “sfere rotte”.
E’ un turbinio di curiose prospettive, oggetti evocativi, radici-tentacolo che sembrano sferzare il silenzio un po’ opprimente delle visioni.
Sono quadri in cui l’energia e la voglia di concludere queste “apparizioni dell’inconscio” riescono a trasmettere un disagio, una sorta di vertigine.
Due mondi quasi completamente opposti convivono nella personalità dello stesso autore e l’equilibrio, il bilanciamento tra i due Viotto, è sotto i nostri occhi e la sua capacità di esprimersi e presentarsi attraverso le sue tecniche, le sue immagini, i suoi messaggi, le sue “liberazioni” …..