Pietro Giorgio Viotto è un pittore che sa racccontare storie e leggende attraverso un linguaggio dotato di una profinda radice onirica, traslata in una figurazione dinamica, che spesso ci travolge per la quantità di riferimenti presenti in ogni singola tela.
Correlato al surrealismo magico, Viotto innegabilmente deve qualcosa a questa corrente rivoluzionaria; fonte di ispirazione per un artista che cerca sempre spazi e tempi staccati da una realtà diretta e riscontrabile.
Però Viotto rimescola le ascendenze poetiche di Dalì, per conformare il proprio nesso tra il suo percepre il vissuto ed il processo di ricostruzione visiva, necessario per giungere all'osservatore senza distorsioni.
Operazione non facile, poiché il pittore spazia in molteplici ambiti, trovando spunti e soggetti in universi che vanno dalla religione al mito, dalla fiaba alla storia.
Frutto di un percorso contrassegnato da un irrefrenabile meccanismo evolutivo (poetico e tecnico), P.G. Viotto ha presentato le sue opere in una bella personale allestita al Collegio S. Giuseppe di Torino, ottenendo un lusinghiero riscontro da parte del pubblico.
In effetti se lo merita, perché è un artista capace, che sceglie di fare piuttosto di apparire, che maneggia il linguaggio del simbolo con una capacità spesso sorprendente.
Lo fa con attenzione, con profondo rispetto del significato ed in qualche caso è anche capace di avvalersi dell'ironia, giungendo a soluzioni formali inattese.
Globalmente, le opere presentate hanno il ruolo di portare in superficie alcune sfaccettature dell'inconscio dell'artista, lasciando intravedere un lavorio articolato e complesso; ma sopratutto un bisogno di raccontare il mondo visto attraverso un'angolazione certamente originale.